domenica 29 dicembre 2013

Valium Wallace (Satira)

Il mio nome è Valium Wallace
Mi gusto tutte le rivoluzioni
Tutte le ribellioni... dal divano.
Aspetto solo il momento giusto
Quello che mi dia lo spunto
Per evaporare dal bel sofà
E unirmi al coro che saziera'
Vorace pancia e poi chissà.
Per ora devo pensare, devo capire
Come fottere il fatal sistema,
È questa ora l'unica mia pena!
Passo le giornate nella mia meditazione:
Un kilt, un telecomando, una birra piena
Sono la mia impegnativa applicazione.
Zapping a volontà per trovare l'ispirazione
Una sigaretta per aumentare l'attivazione,
Che Guevara da lassù mi guarda soddisfatto
Porto un basco che sembro un suo ritratto.
E le masse, loro, pendono dai miei unti capelli,
Brancolano ancora nel fosco buio
Coloro i quali nella spietata vendetta
Trovano nella loro angusta cameretta
Luminosa via che dal nero finalmente riscatta.

Le mie saggie esternazioni però
Non tengono ancora il cappio
Che al collo vorrebbe legarsi in quanto,
Per condurre gli smarriti nell'io sarò,
Devo aspettare il momento giusto
Quello che da scintilla diventi tumulto
Per condurli via da questa società
Anche se poi, fondamentalmente,
Tornerei volentieri alle mie comodità.

Ho narrato di un personaggio che è il prototipo del rivoluzionario dei tempi moderni. Potrebbe per questo essere ognuno di noi, tutti noi indignati per le ingiustizie del potere. È questo un "potere" che, a differenza degli altri nel corso della storia, ha capito come disattivare gli individui per qualsiasi anelito di ribellione seria. Ossia fornendo tutto ciò che abbiamo conquistato nel 900, i prodotti del cosiddetto "consumismo"... ho giocato col nome dell'eroe scozzese, per sottolineare la mancanza di ardore ed idealismo d'oggi.

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